La ricerca, di fondamentale importanza per la salute femminile, risulta finanziata dal Vegetable and Fruit Improvement Center dell’Università A&M del Texas, dal Dipartimento statunitense per l’agricoltura e dal California Tree Fruit Agreement. I risultati sono stati recentemente pubblicati sull’autorevole Journal of Nutritional Biochemistry e meritano di essere analizzati in modo approfondito in quanto rappresentano uno spiraglio di luce sulla cura del tumore al seno che colpisce ogni anno milioni di donne nel mondo.
Si tratta di una sperimentazione messa in pratica sulle cavie, alle quali sono state iniettate sotto pelle delle cellule tumorali che hanno causato lo sviluppo di una forma di cancro al seno decisamente aggressiva, la MDA-MB-435. Dopo l’iniezione con cellule malate, le cavie sono state sottoposte all’inoculazione di estratti del frutto di pesca, in particolare della varietà “Rich Lady”.
La ricerca aveva già evidenziato la bontà di frutti e composti, quali la curcuma, l’uva, le mele e il ginkgo biloba, senza contare l’importanza della vitamina C. Si desidera ora aggiungere le pesche alla lista dei cibi che possono decisamente aiutare ad inibire la degenerazione della malattia.
La ricerca scientifica mondiale sembra sempre più votata ad attingere al mondo naturale per ricercare soluzioni a malattie gravi e mortali. Seguendo questa ispirazione, l’istituto desidera portare avanti la sua ricerca per il tumore al seno, in attesa di ulteriori e importanti sviluppi, tanto preziosi per la vita di milioni di donne.
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